Il 12 Marzo 2025 si è tenuto il secondo Tavolo di Lavoro della Community dei Partner del DIHP sul tema Sostenibilità Digitale. Il titolo del tavolo di lavoro era “I WHY della Sostenibilità”.
In particolare le 3 domande a cui i partner hanno cercato di rispondere in questa attività sono legate ai 3 Perché della Sostenibilità:
In questo articolo della serie “Il Puzzle di Sostenibilità” vengono riassunti i contenuti trattati durante l’incontro e soprattutto vengono formalizzati gli output relativi alla prima domanda: “Perché il mercato chiede la Sostenibilità?”. Approfondiremo quindi la sensibilità e la richiesta di sostenibilità nelle industries servite dai partner del DIHP, che includono fornitori di tecnologie di automazione di fabbrica, sistemi di data collection e data management, servizi di cyber security e soluzioni per il miglioramento dell’efficienza energetica.
Se ti stai chiedendo cos’è la Sostenibilità Digitale e perché la community di Partner del DIHP parla di “Puzzle” di Sostenibilità, ti consigliamo di leggere prima il precedente approfondimento: “La Community dei Partner del DIHP si incontra per la prima volta!”, dove viene illustrato il significato di questa visione integrata e sistemica della sostenibilità, fondamentale per comprendere la transizione sostenibile delle imprese tecnologiche.
Cos’è un tavolo di lavoro sulla sostenibilità digitale e perché è importante per le imprese?
Prima di tutto definiamo cosa si intende per Tavolo di Lavoro:
- È una delle attività proposte ai partner della Community del DIHP. pensate per stimolare il confronto su trend di innovazione tecnologica e sostenibilità aziendale. Non sai di cosa si tratta?Puoi approfondire nel nostro articolo introduttivo.
- Il “tavolo” attorno a cui si sono seduti i partner è una Lavagna Canva interattiva. L’obiettivo è permettere a professionisti di diverse realtà, con competenze diverse, che lavorano in mercati differenti di confrontarsi su mega-trend che incidono sul panorama industriale.
- Per stimolare la discussione, DIHP ha preparato in anticipo materiali informativi, articoli e paper su temi tecnologici, normativi e ambientali. Ogni partecipante si è trovato in uno dei seguenti tre scenari:
- CASO 1: il tema era completamente nuovo, mai affrontato né conosciuto;
- CASO 2: l’argomento era noto solo superficialmente, tramite newsletter, eventi isolati o conversazioni informali, ma non era mai stato approfondito in modo strutturato;
- CASO 3: il partecipante conosceva già molto bene il tema, sia a livello personale che organizzativo, e ha potuto cogliere l’occasione per confrontarsi con altri esperti di sostenibilità e innovazione digitale.
Ripercorriamo ora la prima parte dello scorso tavolo di lavoro, dedicata alla prima delle tre domande chiave sulla sostenibilità, ovvero perché il mercato e le filiere chiedono sempre più soluzioni sostenibili? L’obiettivo era identificare i motivi per cui la domanda ESG sta influenzando le strategie aziendali e perché le imprese più sostenibili vengono spesso premiate dal mercato.
Ciò viene analizzato attraverso le esperienze degli stessi fornitori di tecnologie, servizi di cyber security o legati alla finanza agevolata che vendono soluzioni su questi mercati, per vedere insieme come ciò può portare a un vantaggio competitivo.
Di seguito, presentiamo uno spaccato delle aree tecnologiche seguite dai partner della Community che hanno partecipato al Tavolo di Lavoro e dalle cui esperienze dirette è stato scritto questo articolo.
Perché la sostenibilità è una priorità per il mercato?
Il mercato richiede la Sostenibilità, il mercato richiede prodotti e servizi Sostenibili di qualunque tipologia essi siano.
Che si tratti di tecnologie complesse o beni di consumo, imprese e cittadini orientano le proprie scelte verso soluzioni capaci di rispondere a un’esigenza concreta, risolvere un problema o, soprattutto, ridurre un rischio percepito.
I principali rischi globali secondo il World Economic Forum e il ruolo della sostenibilità
Partiamo allora dall’analisi dei rischi a livello mondo, prendendo spunto e informazioni dall’ultimo report del World Economic Forum WOF, il Global Risks Perception Survey 2024-2025, dove è riportato uno spaccato della top ten dei rischi globali secondo.
Si nota come nell’ultimo anno il rischio ritenuto preponderante è legato alla possibilità di accadimento di un conflitto armato su scala globale, come è visibile in Figura B.
Se si sposta però l’attenzione sulla top 10 dei rischi nei prossimi 2 anni, si trova al primo posto la disinformazione o l’eccesso di informazione che diventa fuorviante, mentre al secondo posto ci sono gli eventi climatici estremi. Nell’arco di 10 anni invece le prime 4 posizioni sono occupate da rischi di carattere ambientale e la 5a e la 6a sono occupate da disinformazione e conseguenze negative dell’AI.
Proviamo a leggere questi grafici con la lente di un’azienda che fornisce tecnologie in questo scenario globale, analizzando le conseguenze concrete di questi macro-rischi nel micro-mercato in cui operano le nostre aziende.
E’ evidente dalla figura qui sopra quanto l’informazione sia essenziale per il settore privato, governativo e accademico. Tra i key success factors di un’azienda che lavora nel privato o con la pubblica amministrazione sembra quindi esserci la capacità di tenersi informati e di informare i propri partner e clienti sui mega-trend di settore (se pensi che il termine “Mega-trend” sia uno slogan pubblicitario leggi il precedente articolo).
Uno di questi, è la Sostenibilità Digitale, fare informazione su questo mega-trend è ciò che si cerca di fare durante i Tavoli di Lavoro, perché come mostra il WOF la percezione dei rischi a livello globale passa dal livello informativo degli stakeholder in gioco.
Un ulteriore must che viene richiesto alle aziende è la responsabilità ambientale (blocchi verdi nei grafici), che consiste nel sentirsi responsabili degli impatti ambientali delle proprie attività, rendicontandole agli stakeholder con un linguaggio a loro comprensibile.
Si nota anche nei blocchi rossi relativi ai rischi di carattere sociale, come tra le prime posizioni ci sia sempre la polarizzazione sociale, ovvero il fenomeno per cui le differenze economiche, culturali, tecnologiche e sociali siano sempre più marcate tra gruppi differenti della società. Rendere accessibili le proprie soluzioni tecnologiche è un elemento di vantaggio competitivo per un fornitore di tecnologia.
Come la sostenibilità digitale risponde alle esigenze di aziende e clienti
Vediamo ora come questa analisi dei rischi si riflette in modo concreto nei singoli mercati dei partner della Community.
È stato chiesto ai partecipanti di spostare l’attenzione dal mercato globale al loro specifico business, concentrandosi sulla richiesta di sostenibilità e sulla sensibilità a quest’ultima di tre stakeholder: clienti, partner/fornitori e competitor.
Il punto di vista dei clienti: ESG come criterio di scelta
Il primo stakeholder analizzato sono i clienti.
I fornitori di servizi e tecnologie nel settore cyber security sostengono che gli unici clienti interessati alla Sostenibilità siano le banche e gli enti assicurativi, tra gli altri regna invece la disinformazione. Nel settore della cyber security sembra quindi non essere chiaro e definito il legame con il mondo della Sostenibilità, cioè come un progetto di miglioramento dell’infrastruttura IT e OT possa essere collegato alla Sostenibilità.
Nel settore dell’edilizia e dell’efficientamento energetico strutturale la situazione è ben diversa. I grandi clienti non solo richiedono fornitori sostenibili, ma utilizzano l’ESG rating (valutazione in termini di virtuosità e impatto ESG) per valutare un fornitore e richiedono delle soglie minime di impegno ESG a tutti gli attori della filiera.
Chi si occupa di redazione dei bilanci di sostenibilità sostengono che ci sia una grande richiesta formativa e informativa da parte delle PMI facenti parti delle filiere dell’automotive, delle materie plastiche e del settore chimico. Queste ultime non hanno obblighi rendicontativi e normativi a redigere report di sostenibilità, ma queste reportistiche che mostrano il loro impegno nell’ESG sono dei “must” per poter stare in determinate filiere. Le certificazioni ISO risultano invece fondamentali per la compilazione di rating ESG come Ecovadis, usati dai capofila per misurare l’impatto ESG dei fornitori.
Anche dai fornitori di tecnologie 4.0 (ERP, MES, WMS, IoT…), affermano che le PMI di specifiche filiere sono molto interessate a integrare tecnologie in azienda che possano migliorare il consumo energetico e la gestione dei rifiuti e degli scarti produttivi. In fase di Request for proposal RFP, molti clienti inseriscono elementi di sostenibilità ambientale (energia, emissioni…) e sociale (sicurezza operatori, accessibilità…) che diventano elementi discriminanti nella scelta del fornitore.
È diversa la situazione per i fornitori di soluzioni di automazione industriale di alto livello tecnologico, come visori AI o robotica avanzata, dove si riscontrano tutti i problemi classici del change management, tra cui la difficoltà nell’innovare soprattutto i processi, cioè di cambiare un’attività che “è sempre stata fatta così”. Per cui si vede necessario un grande sforzo di informazione di base per non mostrare i progetti di sviluppo sostenibile come successivi a quelli di trasformazione tecnologica. Non serve essere cintura nera della trasformazione digitale per poter essere sostenibili: ogni progetto, attività e investimento aziendale impatta inesorabilmente in maniera positiva o negativa su specifici aspetti di sostenibilità
I fornitori di prodotti cloud evidenziano invece un’assenza di richieste da parte dei clienti sui temi della sostenibilità ambientale e sociale che paiono ancora del tutto scollegati dal mondo dei prodotti cloud, siti web, web app ed e-commerce, così come lo era nel settore della cyber security. L’immaterialità del prodotto sembra rendere più complicato per il mercato la visualizzazione di un impatto ESG legato al suo acquisto e integrazione in azienda.
I fornitori di piattaforme di data management (EDM: enterprise data management) hanno permesso di portare alla luce un aspetto interessante. I clienti collegano difficilmente prodotti cloud e software di interazione con gli stakeholder al mondo della sostenibilità, ma i fornitori che lavorano con la data collection e l’analisi dati stanno ricevendo l’80% delle richieste mirate alla raccolta dati utili per estrapolare informazioni legate ai propri consumi, scarti ed emissioni. Fino a 10 anni fa un dato aveva tanto valore quanto più risparmio in termini di tempo produttivo o costo di produzione poteva portare o quanta più efficienza operativa poteva generare. Oggi il valore del dato è integrato, non è legato solo all’aspetto economico e produttivo, ma anche a quanto quel dato riesca a favorire un’ottimizzazione dell’impronta carbonica dell’azienda e a migliorare la sostenibilità sociale di quest’ultima.
Questo settore è perciò il perfetto esempio di sostenibilità digitale: “tecnologia e dati” al servizio di uno sviluppo sostenibile.
Partner e fornitori: la sostenibilità come valore condiviso
Il secondo set di stakeholder analizzato è quello dei partner nella gestione della commessa.
I partner partecipanti affermano di valorizzare sempre più le possibilità di fare network sostenibili, ovvero di creare partnership con fornitori che possano garantire i loro stessi livelli di virtuosità ESG.
Si registra inoltre che le attività multi-stakeholder favorite da enti di innovazione del territorio e progetti finanziati supportano in maniera significativa queste tipologie di partnership che creano progetti e commesse in cui sono coinvolte diverse tipologie di stakeholder. È chiaro che per produrre un valore che non è solo economico e produttivo, ma integrato, cioè economico, ambientale e sociale, si deve passare attraverso progetti multi-stakeholder.
Sostenibilità e concorrenza: come distinguersi dai competitor nel tech e nella green economy
Il terzo e ultimo set di competitor su cui la Community si è confrontata sono i competitor.
Come accennato nei paragrafi precedenti, settori in cui operano fornitori di cyber security e prodotti cloud, come web app o soluzioni di e-commerce sono ancora poco sensibili e informati sui temi della sostenibilità, proprio perché c’è poca richiesta da parte dei clienti. Perciò,i fornitori virtuosi ne vedono un vantaggio competitivo e di differenziazione con i propri competitor; diventano inoltre esempi e risorse fondamentali di informazione per i propri clienti.
Nel settore dell’edilizia green, invece, i diversi competitor sono mediamente virtuosi, determinati elementi di Sostenibilità ambientale risultano da anni una “commodity” diffusa tra tutti i competitor, altri aspetti costituiscono invece dei fattori differenzianti.
I fornitori di tecnologie 4.0 si trovano a competere con aziende che portano avanti progetti di trasformazione digitale che hanno come fine ultimo l’efficientamento dei processi dei loro clienti, ma non possiedono competenze verticali sui temi dell’analisi di impatto ESG per cui non sono loro stessi in grado di mostrare ai loro clienti il valore integrato di quelle tecnologie che gli stanno proponendo, che come già detto non è solo di tipo economico, ma anche ambientale e sociale.
Sostenibilità digitale come vantaggio competitivo: cosa fare adesso per non restare indietro?
Dalle analisi condivise dai i partner della Community, si nota come la richiesta del mercato e la sua sensibilità al tema sia una delle ragioni principali della crescita di importanza della Sostenibilità. La sensibilità ai rischi ESG e le richieste delle filiere risultano essere trainanti in molti settori di mercato, ma non ancora in tutti. C’è comunque il sentore generale che molte aziende intraprendano percorsi di sostenibilità per motivazioni maggiormente legate all’immagine o al mantenimento della posizione all’interno della filiera, piuttosto che per reale presa di coscienza di rischi e impatti delle loro attività su ambiente e persone, ciò deriva dalla generale disinformazione su questi temi.
Come mostrato dal WOF, i fornitori che riusciranno a fare informazione sul valore integrato ESG delle loro stesse soluzioni tecnologiche hanno buone possibilità di ottenere un vantaggio competitivo tramite progetti multi-stakeholder.
Non perderti il sequel di questo articolo, nel prossimo infatti ripercorreremo gli output della seconda parte del tavolo di lavoro, in cui si è risposto al secondo e al terzo Perché della Sostenibilità:
- Perché la vuole l’Europa?
- Perché costa meno?
Si ricorda che l’obiettivo di questi tavoli di lavoro è fare Open Innovation partendo da competenze e conoscenze tecnologiche di fornitori di tecnologie dei principali settori di mercato in Italia e in Europa e mettere a disposizione del territorio l’output della loro collaborazione, secondo il motto della Community dei Partner del DIHP:
Think Global, Innovate Local !
Elena Di Donato – Digital Sustainability Specialist DIHP
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