Questo articolo fa sempre parte della serie “Il Puzzle di Sostenibilità”, ma è un po’ diverso dai precedenti: è il primo output dei tavoli di lavoro della Community dei Partner del DIHP che deriva dal primo Whitepaper redatto con i partner, dal titolo: “Mettiamo insieme pezzi di Digital e di Sustainability per creare un Puzzle di Digital Sustainability”.
E’ solo il primo dei tanti articoli che saranno redatti dal DIHP con la collaborazione dei partner durante i Tavoli di Lavoro sul tema Digital Sustainability, o meglio DiSu, come la chiamiamo al DIHP. In questo primo articolo sono presentati i temi su cui verteranno i diversi tavoli di lavoro del 2025.
Partiamo subito con le 3 domande a cui queste attività daranno una risposta puntuale sia per i fornitori di tecnologie della community che per le aziende clienti del territorio:
- Cosa c’entra il Digitale con il trend della Sostenibilità?
- I partner della community del DIHP si occupano di digitalizzazione, sono professionisti di cyber security, portano automazione nelle fabbriche, perché dovrebbero parlare di Sostenibilità.
- E se anche la Sostenibilità avesse un legame con i prodotti o i servizi digitali, chi ha il tempo e le risorse per approfondire il tema?
PRM Community
Il DIHP aveva un DATABASE di CONTATTI, ora ha una COMMUNITY di PARTNER.
Facciamo un passo indietro: nel 2018 nasce il PRM (Partner Relationship Management), un database di profilazione dei fornitori di tecnologie del territorio con cui il DIHP collaborava. Negli anni questo database piuttosto statico è diventato una Community, o meglio:
“Un laboratorio di open innovation per fornitori di tecnologie e servizi digitali, di cyber security e sostenibilità digitale”
All’interno della Community PRM sono stati strutturati due livelli di partnership: Partner Tecnologico Qualificato (PTQ) e Partner Sostenitore (PS), ruolo regolato da un Contratto di Sponsorship.
Sono 6 i motivi per cui il PRM non è più un database, bensì una community:
- Networking virtuale e fisico, non solo per farsi gli auguri di Natale
- Informazione smart tramite videopillole e blog
- Matchmaking strutturato con le aziende del territorio e tra partner stessi
- Tavoli di Lavoro: attività che permettono a esperti di diverse organizzazioni di sedersi attorno a un unico tavolo virtuale o fisico per analizzare mega trend di settore che da soli non si ha il tempo o le risorse per approfondire, ma che giocano un ruolo fondamentale nella costruzione del vantaggio competitivo di domani
- Idea validation tra partner
- Servizi ad hoc
Per saperne di più scrivici o entra nella Community: https://www.dihpiemonte.it/partner/
Di seguito il pallogramma in cui è possibile vedere la varietà delle competenze e skills tecnologiche della Community del DIHP:
Si nota come le tecnologie del 4.0 giochino un ruolo cruciale nel PRM, ma si trova anche un numero sempre crescente di partner che si occupano di cyber security, energy management e ottimizzazione della carbon footprint.
Il 12 Febbraio la Community si è incontrata per la prima volta alla Fiera A&T a Oval Lingotto Fiere, Torino. A valle di questo primo tavolo di lavoro è stato prodotto il primo Whatepaper.
Questo articolo ne ripercorre i punti salienti:
- la definizione di Digital Sustainability
- due miti e/o credenze comuni sul mondo della sostenibilità: 1. sostenibilità sinonimo di green 2. la sostenibilità è un trend
Cos’è la Digital Sustainability DiSu?
La sostenibilità digitale è un approccio che vede il digitale come uno strumento fondamentale per uno sviluppo sostenibile e la sostenibilità come il driver, la “stella polare” per guidare i progetti di trasformazione digitale.
ll DIHP e la sua community dei partner non si occupano di Sostenibilità, ma di Sostenibilità Digitale.
Per approfondire il tema leggi l’articolo “Un puzzle di sostenibilità e innovazione digitale”.
Sostenibilità? Un Puzzle
Ed ecco il primo mito che abbiamo sfatato durante il primo tavolo di lavoro: è stato chiesto ai partner presenti in sala di scrivere 3 parole per definire il termine Sostenibilità.
Di seguito i risultati:
E’ diffuso il pensiero che “green” ed “energy” siano sinonimi di “Sostenibilità”, ma è come dire che “farina” è sinonimo di “pane”. I due concetti sono strettamente legati, ma non sono sicuramente sinonimi. Il mondo della sostenibilità non si esaurisce con i soli aspetti legati all’efficientamento energetico o alla riduzioni di emissioni di CO2. Al DIHP la Sostenibilità viene vista come un PUZZLE con tessere di 3 colori: un’immagine chiara che tutti conosciamo e che è in grado di rappresentarla nella sua completezza:
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Le tessere verdi raffigurano i pillar della sostenibilità ambientale. Se ne trovano alcune dedicate a:
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Le tessere gialle parlano di sostenibilità sociale con focus su:
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Le tessere blu rappresentano invece la sostenibilità economica e la buona governance, in cui rientrano temi di:
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Sostenibilità? Un Mega-trend
Il secondo mito sfatato durante il tavolo di lavoro è legato al fatto che la Sostenibilità non è un trend, o meglio non è solo un trend, bensì è un mega-trend.
Le caratteristiche che definiscono un mega-trend dal punto di vista accademico sono tre: 1. l’impatto duraturo e su larga scala dei suoi effetti 2. la regolamentazione tardiva, ma impositiva 3. l’accesso al credito agevolato.
Per approfondire il tema leggi l’articolo “La Sostenibilità: il Mega-trend che si connette alla Finanza tramite la Gestione del Rischio”.
Di seguito vediamo come i tavoli di lavoro si integrano in questo triplice scenario e perché sono importanti per i partner che vi partecipano e per le aziende clienti che beneficeranno dei servizi nati dalla collaborazione DIHP-partner:
L’impatto ESG
Ogni attività, progetto e investimento ha un impatto sul bilancio finanziario di chi compra e di chi vende, c’è quindi un valore economico per entrambi le parti. Consideriamo ad esempio l’acquisto di un ERP, è ben chiaro a tutti come va ad impattare sulla reportistica finanziaria, sia il compratore che il venditore registrano dei flussi di cassa e vedono delle variazioni tra le attività dello stato patrimoniale e tra le voci di costo e ricavo nel conto economico. In poche parole, sia l’azienda che acquista l’ERP sia l’organizzazione che lo vende sa come rendicontare questo progetto digitale sul proprio bilancio finanziario. Questo vale per qualunque soluzione tecnologica, perché sappiamo associargli un valore economico.
Ogni riorganizzazione di processi aziendali o inserimento di una nuova tecnologia o progetto di miglioramento della postura di cyber security ha però anche un impatto ambientale e/o sociale oltre che economico. Queste due tipologie di impatto che sono associabili alle tessere verdi e gialle nel puzzle di sostenibilità e si rendicontano su un’altra tipologia di bilancio, che è quello non finanziario, definito bilancio di sostenibilità.
Nella reportistica finanziaria si valorizzano le voci in euro, dollari o sterline, comunque attraverso una valutazione economica e si parla la lingua dei costi, ricavi, attività e passività. Nella reportistica di sostenibilità invece si valorizzano le attività in base al loro impatto in ambito ambientale, sociale e di governance, si parla quindi la lingua dei Sustainable Development Goals SDGs, dei Global Reporting Initiative GRI e degli European Sustainability Reporting Standards ESRS.
Quindi, ogni prodotto/servizio digitale così come viene rendicontato nei bilanci finanziari, può e deve essere inserito anche nei bilanci di sostenibilità, basta solo saperlo collocare nella sezione giusta, indagando il suo valore non solo da un punto di vista economico, ma anche ambientale e sociale. Nei tavoli di lavoro DiSu, il DIHP lavorerà insieme ai partner tecnologici per produrre dei whitepaper in cui si associano le diverse soluzioni tecnologiche a specifici SDGs su cui hanno un impatto, permettendo a fornitori e clienti di rendicontare tali progetti su precise sezioni del bilancio di sostenibilità.
Regolamentazione ESG
Come nel caso di ogni mega-trend il quadro normativo si delinea in un secondo momento rispetto le richieste del mercato. Nella fattispecie, il quadro normativo del mondo della sostenibilità sta già prendendo forma, ma è in continua evoluzione: nel 2024 l’Italia ha recepito la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), direttiva europea che introduce l’obbligo di redazione del bilancio di sostenibilità. Le grandi lo hanno già fatto.
Il 26 Febbraio 2025 l’adozione del pacchetto di riforme Omnibus presso la Commissione UE ha cambiato le regole del gioco, alleggerendo obblighi e costi rendicontativi per tutte le aziende con meno di 1000 dipendenti.
Come detto, il quadro normativo è in continuo cambiamento, ciò di cui si è certi è che la reportistica di sostenibilità è e sarà uno strumento strategico e indicatore di responsabilità d’impresa e che tutte le tecnologie della community potrebbero già essere valorizzate su tali report di sostenibilità.
Per approfondire il tema leggi l’articolo “L’evoluzione della Regolamentazione della Sostenibilità Digitale: normative europee e italiane”.
Accesso al credito agevolato
Ed ecco il terzo aspetto che caratterizza un mega-trend, il costo del denaro agevolato. Presso gli enti bancari e assicurativi, il costo del denaro, il rendimento di un investimento e il premio assicurativo sono sempre stati legati al concetto di gestione del rischio.
Se l’azienda usata come esempio chiedesse un prestito alla banca per comprare l’ERP, il costo del finanziamento sarebbe legato al suo rating finanziario, più è alta la probabilità che l’azienda sia in grado di restituire il denaro alla banca, perché dimostra solidità finanziaria, più l’interesse bancario sarà basso.
Negli ultimi anni però il profilo di rischio di un progetto, un investimento e più in generale di un’azienda passa anche attraverso i fattori ESG: a ESG rating più alti corrispondono costi del denaro minori. Le Linee Guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) raccomandano alle banche di incorporare i fattori ESG nella loro propensione al rischio di credito. Inoltre, dal 2025 le linee guida del Ministero del Tesoro italiano richiedono a tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni, di fornire informazioni relative ai parametri ESG per mantenere attivo il dialogo con le banche e accedere ai finanziamenti.
I prodotti/servizi digitali potrebbero quindi costare meno al cliente, se solo il fornitore ne conoscesse anche il valore ESG.
Il prossimo tavolo di lavoro della community dei partner genererà un secondo whitepaper che permetterà ai partecipanti e ai lettori di aggiungere un pezzo a questo puzzle di sostenibilità digitale.
Elena Di Donato – Digital Sustainability Specialist DIHP